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Chiesa di San Francesco

Edificata nel 1702, su progetto dell'architetto romano Francesco Fontana, sulla precedente chiesa dedicata a Santa Lucia della quale si hanno notizie già nel 1422. Contestualmente, fu sistemato anche il convento adiacente (che oggi ospita la Residenza Municipale) e la torre campanaria.

La chiesa dovette superare le prove di un primo terremoto nel 1781, della furia napoleonica (con l'allontanamento dei frati minori e il passaggio del convento all'amministrazione statale) e di un secondo terremoto nel 1854 che provocò la caduta della cupola. Nel 1866 furono ultimati i lavori di riparazione, mentre l'anno dopo la chiesa fu devoluta al Demanio. Nel 1932 il Tempio fu inserito fra i monumenti più importanti della provincia ravennate ma subì ancora gravi danni durante la seconda guerra mondiale. Solo nel 1965 fu riaperta al pubblico. I frettolosi e sommari restauri del dopoguerra hanno privato la chiesa del campanile e della sacrestia prospiciente la piazza.

La prima cappella a destra è dedicata al SS. Crocifisso, dove il crocifisso ligneo risale al XV secolo; all'estremità della pianta crociata si innalza la settecentesca cappella della B.V. della Concezione o dell'Immacolata, di forme barocche, la cui parte di fondo è occupata da una monumentale ancona in muratura e con ai lati due monumenti. Al centro della cappella è posta la statua della Madonna in una nicchia attribuibile alla scuola di Jacopo della Quercia. La terza cappella è dedicata a Sant'Antonio da Padova con al centro la statua del Santo e un originale altare ligneo (sec. XVII), mentre nella cappella maggiore l'unico elemento originario è l'altare marmoreo del sec. XVII-XVIII; in essa possiamo vedere una pala moderna di Domenico Matteucci e una tela di Ferraù Tenzoni. Occupa invece la parete di fondo della cappella di crociera sinistra l'altare-reliquario Bragaldi, anche detto di "Tutti i Santi" (sec. XVII), contenente circa 600 reliquie. Infine l'ultima cappella della chiesa, già dedicata a San Giuseppe da Copertino, è intitolata al Sacro Cuore di Gesù; il dipinto raffigurante I Protettori di Castel Bolognese (1607) è opera del faentino Giovan Battista Bertucci Junior.

Il simulacro originale della Madonna Immacolata è rappresentato da una terracotta policroma del sec. XV, opera di anonimo, attualmente attribuibile a un plastificatore toscano della seconda metà del Quattrocento. La statua non è visibile ai fedeli nel suo aspetto reale, in quanto la tradizione popolare castellana suole rivestirla con manti e abiti serici. La mano destra sostiene un piccolo castello, mentre in precedenza reggeva una palma fiorita. Durante le processioni viene ornata da una "pettorina" mentre sul capo è posta una corona.

 

Curiosità: Il rinvenimento della statua è avvolto nella leggenda, ma è certo che si ricorse alla sua protezione già nel 1509 per difendere il paese da bande di mercenari, nel 1630 in occasione di una violenta epidemia di peste e ancora nel 1781, anno del terremoto. La statua venne solennemente coronata, nel 1931, per mano del card. Giovanni Battista Nasalli Rocca, arcivescovo di Bologna. La Vergine è festeggiata ogni anno nei tre giorni di Pentecoste. L'importanza di questo simulacro è confermata dalle numerose tabelle votive, ex-voto, esposte nella cappella e lasciate dai fedeli per ringraziare la Madonna di aver patrocinato la propria causa.

  
Dove si trova: l’edificio presenta una facciata principale sulla via Emilia ed una secondaria su piazza Bernardi (la piazza principale del paese).

 

Per maggiori informazioni: castelbologneseproloco.blogspot.com

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Data ultima modifica: 18 Ottobre 2019